In questo articolo analizziamo le tecniche di costruzione dei personaggi, con particolare attenzione al percorso di cambiamento che il protagonista vive nel corso dello script. Gli americani sono soliti distinguere tra film plot driven e film character driven, ovvero film guidati dalla trama e film guidati dal personaggio, come se ci fosse un’intrinseca dualità tra i due elementi. In realtà sappiamo che non è affatto così, anzi è proprio l’unione tra protagonista e plot che rende un film forte e indimenticabile per il pubblico. Sarebbe più corretto dire che ci sono film in cui il protagonista evolve e cambia e film in cui il protagonista è sempre uguale e si trova ad affrontare una serie di prove costituite dal plot.
La seconda tipologia di struttura è tipica dei film action come 007, mentre più interessanti per noi sono le sceneggiature che riescono a saldare insieme la trasformazione del protagonista e lo sviluppo della trama.
Joseph Campbell in “L’Eroe dai mille volti” analizza le narrazioni mitologiche cercando di evidenziare gli elementi in comune nelle diverse tradizioni. Questo viaggio di conoscenza dell’eroe ha origini molto antiche e ripete nelle sue tappe il percorso dei riti tribali di iniziazione, in cui i giovani passavano allo stato di adulti. Questo primo cambiamento di maturazione fa da modello per tutte le narrazioni, quindi possiamo dire che l’essenza di qualsiasi storia sia sempre il percorso di evoluzione personale del protagonista, una trasformazione psichica che si dipana attraverso le diverse prove del suo viaggio metaforico.
Quindi un personaggio efficace evolve attraverso la trama, grazie a una serie di prove in cui misura se stesso. A livello strutturale l’arco di trasformazione del personaggio (definito così nell’omonimo saggio di Dara Marks) aderisce alla classica struttura in tre atti, con l’accortezza di considerare i punti di svolta anche come tappe di evoluzione o caduta del protagonista. John Truby nel suo modello strutturale ha inserito una tappa che chiama Self Revelation che avviene proprio all’inizio del terzo atto, prima che il protagonista affronti la “battaglia” finale. Il momento della Self Revelation è quando il protagonista fa i conti con il suo fatal flaw e si rende conto di essere finalmente cambiato, che qualcosa dentro di lui sta spingendo e lo aiuterà nell’affrontare il confronto finale. La tappa della Self Revelation assomiglia a quella che Aristotele ha chiamato agnizione dell’eroe (l’esempio più classico è quello di Edipo), ovvero il momento in cui si rivela l’identità segreta di un personaggio. Quella di Truby va intesa più come un momento intimo di rivelazione personale, un momento in cui emerge il desiderio inconscio del protagonista.
Per scrivere dei buoni personaggi non è necessario conoscere a memoria tutto Freud, ma qualche nozione di psicologia di base può essere utile per costruire dei personaggi complessi e non banali. È importante cercare di dare profondità al personaggio, quindi lavorare anche sugli aspetti inconsci della sua psicologia e per questo è utile scindere la nozione di obbiettivo del personaggio in obbiettivo inconscio e conscio o, per dirla meglio, in Need e Desire. Il Need o bisogno corrisponde all’obbiettivo inconscio, perché rappresenta quello che il protagonista deve apprendere di se stesso nel corso del film, è un elemento di cui il personaggio prende coscienza proprio nel momento della Self Revelation. Il bisogno inconscio si distingue naturalmente dal desiderio conscio, che rappresenta semplicemente l’obbiettivo, solitamente materiale, che ha mosso tutto il percorso del protagonista. Il Need è da mettere in relazione con il Fatal Flaw, ovvero la ferita fatale che affligge il protagonista, quella che in termini psicoanalitici potremmo definire la radice della nevrosi del vostro personaggio. Grande o piccola che sia, questa ferita psichica può essere risolta solo grazie alla consapevolezza raggiunta nella Self Revelation, che permette al personaggio di capire quale sia veramente il suo bisogno profondo e agire di conseguenza.
Un personaggio così strutturato, con il suo Need e il suo Desire, avrà più spessore e immaginare il plot come un percorso iniziatico verso il cambiamento aiuterà a risolvere l’apparente contrapposizione di plot e personaggio, che devono invece legarsi in una struttura comune.