Storytellas presenta,
Proiezione del documentario di Marco Silvestri “L’arte di rubare l’arte”, dedicato alla vita del ladro veneziano Vincenzo Pipino. Alla proiezione seguirà un incontro con il regista, in compagnia dello stesso Vincenzo Pipino, che parlerà al pubblico anche del suo libro “Rubare ai ricchi non è peccato” (Edizioni Milieu), di Edoardo Caizzi della casa editrice Milieu e di Fabrizio Bancale, autore e regista di cinema, teatro e collaboratore di trasmissioni Rai.
L’ARTE DI RUBARE L’ARTE
Prodotto da Silvana Costa, Federico Schiavi e Marco Silvestri, con la partecipazione di Storytellas snc, scritto e diretto da Marco Silvestri, con la collaborazione di Nicola Candreva e Fosca Gallesio, fotografia di Andrea Foschi e Federico Schiavi, montaggio Giuliana Liberatore e Marco Silvestri, musiche di Tony Cattano, BAAP! e Giacomo Ancillotto.
Ingresso gratuito.
Per info e prenotazioni:
06 69347261
ALCUNE NOTE SUL DOCUMENTARIO
Vincenzo Pipino ha dedicato tutta la sua vita all’arte di rubare. Nato e cresciuto nella splendida città di Venezia, Pipino rappresenta l’incarnazione dello spirito della città, che nel corso della sua storia ha rubato in giro per il mondo, diventando una delle maggiori piazze di mercato del passato. Venezia coi suoi musei e gallerie d’arte, gli eleganti palazzi nobili e gli hotel più lussuosi del mondo, è il luogo ideale per un ladro. In questa città Pipino ha imperato: conoscendo tutti i suoi segreti e passando attraverso i tetti, una via pericolosa, ma perfetta per un ladro.
È lo stesso Pipino a raccontarci la storia della sua vita: dall’infanzia povera nel dopoguerra, quando ha iniziato la sua carriera di ladro, come risposta alla fame e all’indigenza, fino a quando è diventato il ladro più ricercato d’Europa, famoso per strabilianti furti di opere d’arte che hanno tenuto il mondo con il fiato sospeso.
Coi suoi racconti Pipino ci fa scoprire una Venezia inedita, lontana dalle attrazioni turistiche.
Pipino e la sua banda erano specializzati anche nei furti nelle gioiellerie. Avevano creato il metodo del buco: di notte praticavano un buco dall’appartamento sopra il negozio, che permetteva l’accesso senza essere visti dall’esterno. Ma dopo un po’ di tempo Venezia iniziò a farsi stretta per i ladri, che decisero così di emigrare, mettendo a segno colpi in tutta Europa. Olanda, Belgio, Svizzera, Germania, Francia, Pipino ha girato mezza Europa in caccia di oro e diamanti. La banda era ricercata a livello internazionale dall’Interpol e divenne nota sui giornali con il nome di “banda del buco”.
Ma il colpo più famoso di Pipino è senza dubbio quello del dipinto di Canaletto, Il Fontego della Farina. Pipino rievoca nei dettagli il furto, avvenuto a casa del miliardario Falk, proprio mentre l’uomo era in casa.
Nel corso della sua vita Pipino è stato in carcere molte volte: la prigione è qualcosa che chi fa il suo mestiere deve mettere in conto. In prigione Pipino ha stretto amicizia anche con personaggi legati alla militanza politica, come l’ex brigatista Alberto Franceschini e Toni Negri, che ancora oggi ricordano la sua forte personalità di ladro filosofo che vede il furto come atto di riscatto.